Il Controllo di Gestione è soprattutto intervento. Limitarsi a delle diagnosi oltre che a servire a ben poco, comporterebbe a parere di chi scrive anche frustrazione e confusione da parte dell’imprenditore. Quest’ultimo generalmente cerca delle soluzioni “ai propri mali” ed un lavoro che non considera la ricerca attenta di quelle che sono delle azioni concrete volte a risolvere i problemi, probabilmente è un lavoro lasciato a metà.
Nella produzione a lotti, l’idea che governa sempre (o quasi) i calcoli degli imprenditori è quella di volere a tutti i costi realizzare batch sempre più ampi in quanto più è grande il lotto, più il costo di setup (o attrezzaggio dei macchinari) si riduce. L’approccio da preferire è invece dato proprio dal contrario, cioè cercare di produrre lotti sempre più piccoli e con maggiore frequenza. Un aspetto questo piuttosto contro intuitivo che va in contrasto con la logica comune e che necessita innanzitutto di intervento nelle tecniche di setup finalizzandosi alla riduzione del tempo di cambio produzione. Non entrerò in questo articolo nel merito di quali tecniche utilizzare (nella fattispecie lo smed) che tratterò compiutamente in futuro. Voglio qui evidenziare i vantaggi che si otterrebbero qualora i lotti fossero più piccoli della norma. Tra i principali ricordiamo:
• Garantire massima flessibilità e reattività al cliente. Più è piccolo il lotto e più è piccolo il lead time (tempo di attraversamento) e migliore è la velocità di risposta al mercato
• Ridurre l’indisponibilità degli impianti. Il tempo disponibile degli impianti aumenta a seguito di una riduzione del tempo di setup (logica che è a monte della scelta di riduzione della dimensione dei lotti).
• Riduzione delle scorte di magazzino
Nel dettaglio il costo di mantenimento a scorta è direttamente proporzionale alla dimensione del lotto, infatti all’aumentare del volume prodotto nel singolo lotto aumenta la quantità versata a magazzino e quindi, a pari profilo di consumo, anche la giacenza media.
Nella figura sotto osserviamo l’andamento di un lotto grande

Mentre nella figura sotto osserviamo l’andamento di un lotto piccolo

Produrre quindi lotti più piccoli e più frequenti grazie a setup più brevi comporta un abbattimento della sovrapproduzione e quindi della scorta media. Il ciò si traduce in magazzini più bassi, working capital più contenuto, spazi impiegati minori, meno rischio di slow moving/obsolescenza e meno liquidità immobilizzata in magazzino.
Il commercialista/resp.amministrativo che vuole davvero implementare un corretto sistema di controllo di gestione in un’azienda, non può prescindere da questo genere di osservazioni al fine di ottenere il massimo risultato rispetto gli obiettivi prefissi. L’art. 2086 c.c. prevede, oltre che la possibilità di intercettare i primi segnali di crisi, anche la capacità di garantire la continuità aziendale. Tutto ciò non può prescindere dal sapere intervenire sotto i capannoni produttivi così da migliorare la redditività delle produzioni realizzate. Noi ci rendiamo disponibili verso i professionisti tramite una nuova frontiera della formazione, per saperne di più clicca qui.