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CONTROLLO DI GESTIONE: il Commercialista come volano di efficienza aziendale

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In un articolo precedente ho trattato dell’indice e.c.p ovvero l’indice di efficienza del ciclo di processo (chi volesse trova gli articoli precedenti sul mio profilo linkedin oppure tornando indietro nel nostro gruppo “controllo di gestione commercialisti e consulenti”). L’e.c.p. è un quoziente davvero semplice da calcolare e può fornire utili informazioni sia al professionista che all’imprenditore suo cliente.

Con quest’articolo voglio continuare a trattare dell’efficienza dei cicli produttivi e di come si possa ulteriormente scendere nel dettaglio, al fine di fornire (in modo semplice) preziosissime informazioni ai propri clienti in merito a scompensi produttivi che ne vadano a minare la redditività.

L’OEE è l’acronimo di Overall Equipment Effectiveness (o efficienza globale d’impianto) viene utilizzato maggiormente quale indicatore per misurare in modo oggettivo la produttività del reparto destinato alla trasformazione. Consente principalmente di evidenziare sia sprechi produttivi che inefficienze legate a macchine, linee o impianti come ad esempio:

  • Microfermate;
  • Guasti;
  • Rallentamenti;
  • Inceppamenti;
  • Scarti;
  • Rilavorazioni;
  • Avvi e messe a punto;
  • Ecc.

Per capirne il funzionamento è necessario fare alcune precisazioni in merito alla definizione di tempi (figura sotto)

Intendiamo per:

  • Tempo programmato (impianto disponibile e personale presente)
  • Tempo non programmabile (impianto fermo per festività non lavorate e manutenzione programmata)
  • Tempo di esercizio (tempo dedicato dal personale ad effettuare operazioni produttive o di ripristino)
  • Tempo di non esercizio (impianto fermo per CIG, sciopero, mancanza energia o materiali, pause pasti)
  • Tempo attivo (tempo di funzionamento produttivo dell’impianto)
  • Tempo passivo (tempo di non funzionamento a causa di imprevisti quali incidenti, attese, set up, pulizie ecc.)
  • Tempo attivo netto (tempo teorico di funzionamento per produrre i volumi totali buoni e non buoni)
  • Tempo di produzione rallentata (tempo di funzionamento a battente ridotto rispetto allo standard)
  • Tempo a valore (tempo teorico di funzionamento per produrre solo i volumi buoni)

L’OEE misura la capacità da parte della risorsa produttiva (linea, macchina o impianto) di generare prodotti buoni “a valore” (cioè vendibili) al battente standard (previsto a ciclo) nel tempo programmato di produzione. Difatti

OEE = tempo a valore/tempo programmato = % D * % P * %Q

Considerando la figura sotto

D= % Disponibilità = tempo attivo/tempo programmato

La % di disponibilità rappresenta la capacità dell’impianto di non fermarsi nel tempo programmato ovvero nel tempo in cui l’impianto è disponibile per il processo e la manodopera è presente (evitando fermate indesiderate quali mancanza materiali, guasti elettrici, guasti meccanici ecc.)

P= % Prestazione = tempo attivo netto/tempo attivo

La % di prestazione (o efficienza produttiva) rappresenta la capacità dell’impianto , quando non è fermo, (cioè disponibile) di produrre alla velocità prevista dal tempo ciclo standard (evitando ad esempio le microfermate)

Q=% Qualità = n°pezzi buoni prodotti/quantità totale prodotta

La % di qualità (o efficienza qualitativa) rappresenta la capacità dell’impianto di produrre senza difetti o deterioramento qualitativo.

Concludendo l’OEE è dato da:

Passiamo ad un caso concreto (il taglio operativo non lo possiamo di certo abbandonare ora!). Prendiamo l’esempio del nostro imprenditore oleario (i dati riportati sono esemplificativi). Riportiamo in tabella i valori corrispondenti e analizziamo il reparto “imbottigliamento” (foto sotto)

La macchina “etichettatrice” presenta un indice OEE più basso rispetto alle altre macchine. È evidente che si nascondono uno o più problemi. In particolare salta all’occhio il numero di pezzi prodotti nettamente inferiore alle altre due macchine (e che denota quasi certamente creazione di un collo di bottiglia).

Scendendo più nel dettaglio sono presenti rilavorazioni molto elevate in proporzione ai pezzi totali prodotti nonché un tempo passivo pari al doppio rispetto la riempitrice e pari a quattro volte rispetto la capsulatrice. La linea ahimè vedrà dettare il tack time (tempo di battuta) proprio di questo macchinario. È necessario intervenire al fine di ottimizzare la produttività dello stesso, incrementandone contestualmente l’OEE e livellando la produzione fra i vari macchinari presenti nel reparto.

Concludo affermando come al commercialista non è richiesto di indagare per quali motivi gli scarti sono poi così elevati, piuttosto che il numero dei pezzi prodotti è così basso. Il professionista però può certamente calcolare l’OEE di tutto il reparto (previa rilevazione dei tempi ciclo), mostrare al proprio cliente come e dove le macchine generano perdite, permettendo di fissare target e monitorarne il raggiungimento.

La Riforma della Crisi d’Impresa prevede la verifica della continuità aziendale e la contestuale presenza degli equilibri economico-finanziari. La definizione e l’applicazione del semplicissimo indice OEE garantisce il costante monitoraggio della produttività dei reparti ove si svolge la produzione. Sotto il “capannone” si genera (o si distrugge) la ricchezza che è alla base di quell’equilibrio economico che, a sua volta, nel medio lungo periodo darà vita ad un giusto equilibrio monetario.

Le sole diagnosi non bastano! Bisogna sapere perlomeno se e dove intervenire, onde evitare che aziende clienti in difficoltà non cambino rotta finché sono in tempo.

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