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Azienda in crisi? Tu puoi evitarlo!

Negli ultimi anni il ruolo del consulente aziendale / commercialista è stato spesso oggetto di critiche: secondo molti la categoria è diventata una succursale dell’AdE, chiamati in causa solo per pagamenti e tasse sempre crescenti. Il lavoro del consulente, però, è molto più di questo e finalmente anche il legislatore comincia ad accorgersene. ll decreto-legge n.118 del 2021 ha introdotto un nuovo strumento negoziale, volontario e stragiudiziale per affrontare e risolvere la crisi d’impresa, per questo bisogna farsi trovare preparati. Oggi le aziende stanno vivendo una situazione di stand-by, investimenti, incassi, tutto fermo a causa di un post Covid sconvolgente e di una situazione di crisi internazionale che sta pesantemente colpendo sia i mercati che la filiera produttiva di tantissimi settori, dall’alimentare all’industria pesante. 

Tutto ciò può portare ad un passo falso con una conseguente crisi d’impresa difficilmente reversibile. La crisi aziendale si compone essenzialmente di 5 step che, nei casi più gravi, portano alla definitiva estinzione e, sicuramente, nessuno di noi vuole che i nostri clienti arrivino a questo. 

● 1° step: è lo stadio di incubazione, si iniziano a manifestare fenomeni iniziali di inefficienza e già da questo momento dobbiamo iniziare a preoccuparci 

● 2° step: rappresenta lo stadio di maturazione in cui vengono intaccate le risorse aziendali e si ha un eccessivo incremento del livello di indebitamento 

● 3° step: la crisi ormai è conclamata e vengono intaccati gli equilibri di natura finanziaria con ripercussioni sulla fiducia degli stakeholders 

● 4° step: è lo stadio di insolvenza reversibile nella quale viene ancora posto il presupposto della continuità aziendale 

● 5° step: rappresenta la fine, abbiamo un insolvenza conclamata irreversibile e non abbiamo più l’opportunità di creare delle tempestive manovre di risanamento, insolvenza e dissesto verso terzi.

Per evitare di arrivare all’ultimo step e di condurre una crisi economica ad una conseguente crisi finanziaria e alla rovina dei nostri clienti, dobbiamo assicurarci che tutti gli equilibri, da quelli economici a quelli finanziari siano rispettati. L’errore in cui spesso si incorre è cercare di curare solo l’aspetto monetario, preoccupandosi di avere sempre a disposizione nuove fonti di finanziamento senza mai puntare invece all’autofinanziamento! L’azienda a quel punto diventa un colabrodo ove in continuazione viene versata liquidità (denaro) che però in nessun modo viene finalizzata alla creazione di nuovo valore. E’ fondamentale quindi far sì che i margini (differenza fra ricavi e costi) siano positivi, solo così si andrà a generare nuova ricchezza che a sua volta potrà essere in parte destinata all’implementazione di nuovi finanziamenti che a loro volta genereranno nuova ricchezza e via discorrendo, in un ciclo virtuoso teso alla creazione di valore piuttosto che alla sua distruzione.

Una crisi economica in cui non si hanno adeguati ricavi per sostenere i costi dei processi produttivi, con l’aggiunta spesso di scelte d’investimento poco oculate, comporta alla lunga il dissesto dell’azienda. Prima o poi terminerà la possibilità di indebitarsi in quanto condizione certamente non infinita. La sfida riguarda la possibilità dell’impresa di incrementare la domanda dei propri beni/servizi abbattendo l’incidenza dei costi fissi e contestualmente ottimizzando quelli variabili. Ora vi chiedo, si potrebbe evitare tutto questo? Ci sarebbe il modo di capire ove agire per ottimizzare i costi, in particolar modo quelli variabili (di produzione)? Quali aspetti devono essere analizzati attentamente? Una figura professionale di riferimento in grado di interpretare e valutare soprattutto i dati relativi alla contabilità industriale e, più in generale, all’andamento economico-finanziario dell’azienda aiuterebbe i piccoli imprenditori a valutare i giusti scenari e ad avere un costante e proficuo sistema di controllo di gestione. Ti stai chiedendo come potresti aiutare i tuoi clienti? 

● Tramite una prima mappatura di quelli che sono i cicli produttivi (definizione delle distinte base). 

● Grazie ad un sistema di controllo di gestione efficace che ti dia l’opportunità di elaborare delle analisi predittive nonché degli scenari che faciliterebbero i processi decisionali sul futuro.

Questo è solo un piccolo esempio di tutto quello che un controller può fare per i suoi clienti. Che ne pensi di guardare al futuro e staccare dalla solita routine da commercialista o consulente vecchio stampo e dare una svolta alla tua vita lavorativa? Diventare un controller è una grande opportunità che ti porta ad una conoscenza completa del controllo di gestione, aiutando i tuoi clienti a gestire al meglio la quotidianità e facendo in modo che questi ti vedano come un punto di riferimento insostituibile per la propria crescita. Iscriviti al corso e anche tu “Diventa un controller”, avrai da subito non solo le competenze per analizzare questi scenari ma anche la capacità necessaria a comunicarli efficacemente ai tuoi clienti e trasformare da subito il modo in cui ti relazioni con loro.

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