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CONTROLLO DI GESTIONE: il commercialista e la riduzione delle attese

Leggo molto di controllo di gestione e di crisi d’impresa, leggo molto anche della figura dell’esperto all’interno della composizione negoziata ed al consulente chiamato ad affiancare l’imprenditore relativamente la redazione del piano finanziario industriale. In questo periodo dopo la definitiva approvazione della riforma sulla crisi d’impresa, in vigore a partire dal 15 luglio 2022, direi che l’argomento è diventato non caldo, ma incandescente, suscitando l’interesse di testate giornalistiche fiscali, di softwarehouse ed un po’ di tutto il mondo professionale che ruota intorno a questo genere di novità.

Il mio pensiero in merito alle ristrutturazioni aziendali, alla ricerca dell’equilibrio economico finanziario rimane sempre grossomodo lo stesso: intervenire principalmente lì dove la ricchezza si crea, cioè nei reparti produttivi, presso le fasi che generano (o dovrebbero) generare valore.

 

In realtà l’esempio che porto oggi non riguarda un’impresa produttiva ma un supermercato. Ci capito di rado, nei periodi estivi quando riesco ad approfittare per fare un weekend al mare con la famiglia. L’anno scorso il titolare di questo supermarket aveva installato un ascensore che dal parcheggio posto in alto al primo piano, porta direttamente all’imbocco dell’attività. Notai già una certa attenzione alla clientela. Quest’anno mi sono recato a fare la spesa ed ho visto una nutrita folla all’ingresso ed un’altrettanta ressa di persone al suo interno. Il caldo era di per sé motivo di sfiducia e sinceramente mi sono dato dei tempi: “non uscirò di qui prima di una buona ora”. Finito il mio giro con il carrello mi sono approcciato alla cassa. Ho notato quasi incredulo che non c’era folla anzi, le persone sfilavano via con molta velocità. Incuriosito incrocio il titolare che mi riconosce (ci conosciamo di vista, sono anni che vado lì). Scambiamo due chiacchiere e mi spiega che ha modificato la disposizione delle casse. Parlando mi indica qualche dato, mi dice che mediamente secondo i suoi conti veniva evaso un cliente ogni 100 secondi (incredibile eppure nella sua semplicità aveva fatto di questi calcoli), questo tempo elevato generava la coda. Bisognava a suo dire evaderne uno al massimo ogni minuto. Proviamo a riportare questi semplici dati su di un diagramma di yamazumi

Il tack time quindi è di un minuto (per tack time si intende l’intervallo temporale necessario per “processare” un semilavorato, un prodotto finito o, nella fattispecie, servire un cliente). Le fasi “cassa” sforano il tack time di 40 secondi. La vecchia classica disposizione delle casse è la seguente (in nero il nastro trasportatore)

il titolare quindi cambia la disposizione delle casse, portando il numero delle stesse da 2 a 6 (con 4 mediamente in attività) con lo stesso numero di m2 dedicati. La dislocazione delle stesse ora non è più parallela per la lunghezza come da figura sopra, ma le stesse sono affiancate, riducendo di molto la lunghezza del nastro trasportatore (lunghezza tra l’altro eccessiva ed inutile). La nuova disposizione è la seguente

il nuovo grafico di yamazumi mostra come il raddoppio delle casse abbia (chiaramente) portato al dimezzamento del tempo di evasione del singolo cliente, ora pari a 50 secondi. 10 secondi al di sotto del tack time, lasciando quindi anche un cuscinetto temporale per eventuali imprevisti. (figura sotto)

sinceramente ora non saprei se i calcoli del titolare siano stati corretti (io ho provato a rappresentarli così come mi sono stati raccontati), sta di fatto che, alle 18,00 di un sabato estivo, con una grande folla presente nel supermercato, di code alla cassa non ve n’era neanche l’ombra. Evidentemente la soluzione e i calcoli funzionano. Altro interessante aspetto sta nel fatto che abbia addestrato altro personale (appartenente ad altri reparti) a stare dietro la cassa. Ottima intuizione prevista tra l’altro nei concetti di base della skill matrix. Unico neo riguarda il fatto che, ora, l’addetto alla cassa non può trascinare più il prodotto di fronte a sé ma deve sollevarlo dal nastro al vassoio posto alla sua sinistra. In questo caso l’affaticamento sopraggiunge prima e quindi l’efficienza lavorativa si riduce, tuttavia quei 10 secondi di cuscinetto sotto il tack time potrebbero essere utili proprio a questo.

Lo so, ora molti di voi staranno pensando che trattasi di soluzioni banali, io però rispondo dicendovi che tante logiche in ottica lean sembrano banali (vedasi le 5s) ma poi banali non lo sono affatto. In più a mio avviso qualsiasi soluzione, seppur possa appunto sembrare banale, nel momento in cui funziona è tutto fuorchè banale.

Questi sono semplici interventi, nella fattispecie tese a migliorare il rapporto e la fidelizzazione con i clienti, in altri casi tese ad ottimizzare i costi di trasformazione dichiarando lotta agli sprechi (ne ho trattato ampiamente in altri miei articoli). La difficoltà nell’implementazione delle stesse spesso rasenta lo zero, così come rappresentano soluzioni opportune che possono tradursi anche in un costo pari a zero piuttosto che richiedere investimenti minimi. Se vogliamo gestire la crisi d’impresa dobbiamo ampliare i nostri orizzonti ed essere pronti a pensare in modo differente. Per chi vuole parleremo di questo ed altro al nostro prossimo corso “Diventa un controller”, per info e date cliccare qui

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